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Il mistero dei templi di Angkor Wat in Cambogia

Il mistero dei templi di Angkor Wat in Cambogia

È molto probabile che tu abbia visto Tomb Raider: pellicola non imperdibile ma divertente, che forse ti sarà rimasta in mente anche per alcune delle scene più affascinanti del film, girate in una misteriosa e splendida località immersa nella giungla della Cambogia, un complesso di più di settanta edifici religiosi in uno scenario che definire suggestivo è davvero poco. Bene, quelle scene sono state effettivamente girate in una delle località più ricche di storia e di mistero che il pianeta Terra ancora ci offra, ovvero Angkor Wat, la città dei templi. Oggi ci dedichiamo ad esplorarla, ma stai tranquillo: non occorre essere atletici e impavidi come Lara Croft!

Costruita da esperti ingegneri idraulici, che avevano tracciato un sistema con cui accumulavano l'acqua delle stagioni monsoniche per distribuirla in quelle secche, la città aveva torri e tetti ricoperti di lamine d'oro, e bassorilievi che raccontavano la vita quotidiana di un popolo ricco, libero e segnato da uno splendore assoluto, appena contaminato dalle prime avvisaglie di decadenza che spesso colpiscono un popolo all'apice della sua prosperità.

Com'è possibile dunque che questa meraviglia dell'uomo, raccontata già da Marco Polo, finisse poi abbandonata, e coperta dai secoli e dalla vegetazione, in seguito alla invasione Siamese, senza che nessuno si occupasse più degli edifici e del sistema idrico, lasciando che la foresta si riprendesse quel terreno con tutte le costruzioni? Questo è solo il primo degli interessantissimi interrogativi che Angkor Wat propone ai visitatori che in questi ultimi anni, in numero sempre crescente, la vanno a esplorare, rimanendo a bocca aperta per i suoi paesaggi e l'atmosfera irreale che la pervade. 

Ma ci sono anche altri misteri legati a questo luogo: per esempio le iscrizioni che indicano il re fondatore della città, Jayavarman II, come erede di una stirpe eletta, quella dei seguaci del dio Horus (lo stesso dei Faraoni). Oppure le molte affinità tra la civiltà Maya e quella Khmer di Angkor. Ancora: i settanta edifici sacri (risalenti all'incirca al 1150) sono disposti lungo una linea che sembra seguire perfettamente quella della costellazione del Drago, solo che l'analisi dei segni sul terreno in corrispondenza della linea della costellazione sembrano risalire a molto molto prima, addirittura al 10.500 A.C., come se fossero la riproduzione in terra di una mappa celeste. Per non parlare poi di un altro mistero, forse quello più famoso, ovvero quello che corre lungo tutta la struttura muraria di Angkor Wat: 1.796 ritratti dettagliatissimi di donne, le Devata, di cui non si conosce il significato e la ragione di culto (forse era una celebrazione dell'importanza femminile nella prosperità dell'impero Khmer).

Insomma, possiamo proprio dire che ce n'è abbastanza per essere intrigati da questa meravigliosa fucina di misteri che è Angkor Wat, non credi? E dunque perché non pensare di fare un bel viaggio in Cambogia e lasciarsi sedurre dalla città dei templi?

di: Personal Dreamer

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