In kayak, su un mare cristallino e tra le incredibili rocce delle Rock Islands
Vuoi sperimentare qualcosa di straordinario, dopo tante ore di viaggio per approdare all’arcipelago di Palau? Allora assicurati di prenotare un tour di più giorni in alcune delle spiagge più accessibili di queste isole favolose, e magari riserva un rilassante tour guidato in kayak, dove potrai osservare queste isole da una prospettiva completamente nuova e vedere cose che poche persone vedono… di cosa stiamo parlando? Delle incredibili Rock Islands, gruppo di formazioni calcaree e coralline comprese fra Koror e Peleliu, in Micronesia!
Così belle da diventare patrimonio Unesco
Tra i patrimoni naturali dell’umanità che l’Unesco ha inserito nel 2012 nella propria lista, ecco le Rock Islands: il provvedimento si riferisce specificamente alla laguna meridionale, conosciuta anche come Southern Lagoon, resa indescrivibilmente incantevole dalle sue acque turchesi. Queste meravigliose formazioni coralline si trovano 500 chilometri a est delle Filippine e accolgono oltre 385 specie di coralli e numerose tipologie di habitat naturali. Se vorrai addentrarti in kayak fra queste stranissime e curiosissime costruzioni naturali, osserverai bene che molte hanno forma di fungo, per via dell’erosione delle placide acque marine e di tanti esseri della fauna marittima che scavano la roccia calcarea.
Una fauna a dir poco incantevole
Le isole della laguna ospitano una grande varietà di piante, uccelli e creature marine, considerando anche almeno 13 specie di squalo! Troviamo qui, inoltre, la più elevata concentrazione di laghi marini: ampie distese d’acqua separate dal mare dalle barriere di terra. Si tratta della caratteristica principale di queste isole, fondamentale per permettere la sopravvivenza di numerose specie animali e vegetali: infatti, le Rock Islands sono il luogo a più alta concentrazione di laghi marini del mondo! Una gran parte della risorsa naturale della zona non viene mai contaminata dagli esseri umani, di modo che si possano trovare laghi nascosti, difficili da raggiungere, pur in zone d’acque poco profonde. Inoltre, splendide foreste di mangrovie ben isolate, che fungono da vivai per molti pesci e altre specie di vita marina, sono rintracciabili lungo le “rotte” meno battute. E se sei fortunato, potresti anche incontrare l’inafferrabile dugongo, parente prossimo del lamantino, oggi in via di estinzione. In verità, gran parte delle specie marine delle acque circostanti si trova in via d’estinzione, con particolare riferimento a coralli, squali e mante: ecco il motivo d’intervento dell’Unesco già sei anni fa.
Paesaggio, storia e cultura locale….
Nei tempi antichi le Rock Islands erano abitate da piccole comunità, come testimoniano i resti dei villaggi di pietra, i luoghi di sepoltura e i ritrovamenti legati all’arte rupestre. Tra i secoli XVII e XVIII avvenne un vero e proprio abbandono delle aree popolate, per via delle conseguenze dei cambiamenti climatici, a causa dell’aumento della popolazione e dei relativi problemi di sussistenza per una società che lotta per sopravvivere in un ambiente marino marginale. Oggi, pertanto, le isole abbandonate rappresentano un esempio eccezionale del modo di vivere delle piccole comunità insulari nate più di 3000 anni fa e della loro dipendenza dalle risorse marine. I siti archeologici e culturali si trovano soprattutto in due gruppi insulari: a Ulong e Negmelis, oltre che sulle tre isole di Ngeruktabel, Ngeanges e Chomedokl. Per preservare l’area dall’impatto col turismo, negli ultimi anni è stato adottato un piano di gestione a lungo termine, mantenendo accessi ristretti alle zone più vulnerabili. L’Unesco, infine, ha preparato ulteriori sviluppi in ambito di sostenibilità delle piccole isole.
Scegli bene il tuo viaggio, prenota l’aereo e non lasciarti scappare un’esperienza veramente indimenticabile in mezzo alla natura!
di: Personal Dreamer