La degustazione del vino libera le emozioni?

La cultura del vino è profondamente radicata nella nostra società: la bottiglia buona tenuta per le grandi occasioni, il mezzo bicchiere gustato lentamente scambiando qualche parola, magari sul vigneto che lo contraddistingue. Qualcosa che si condivide con gli altri e che consolida un determinato momento. È uno dei motivi per i quali il vino viene usato raramente per lo "sballo": la ritualità, dai tempi dei Greci, ce la portiamo nel DNA.
Gustare un bicchiere di vino è qualcosa che ci appartiene forse proprio per la sua caratteristica sottile di sciogliere le parti più bloccate della personalità. Si dice infatti che "il vino fa buon sangue", proprio perchè l'associazione sangue-vino rimanda al vino-sangue-emozioni. Bere un buon vino può far scaturire buone emozioni, sciogliere quei freni, a volte troppo rigidi, che non ci permettono di esprimere le nostre passioni e sentimenti. Naturalmente il tutto con misura. Sappiamo che troppo vino, troppo alcol portano anziché alla liberazione, alla schiavitù della bottiglia. In questo caso, le emozioni, più che essere espresse, vengono assopite e cancellate dall'eccesso alcolico.
Invece, il vino, sorseggiato a piccole dosi, può aiutare a sciogliere gesti e lingua e consentire di creare quel clima caldo ed empatico in cui, così come scivolano le parole, scivolano anche le emozioni. Il vino, poi, può far emergere anche lati che vorremmo tener celati e nascosti... "in vino veritas" dicevano gli antichi, come a sottolineare che sono le nostre emozioni la parte più vera e profonda della nostra personalità.
Non va dimenticato anche il carattere sacrale del vino: non a caso nella messa viene utilizzato come simbolo del sangue di Cristo. Anche in questo caso viene ribadito l'aspetto emozionale di un rito sacro in cui si entra in comunione con il divino tramite il simbolo del vino-sangue.
Devi sempre bere un bicchierino prima di affrontare una situazione? Ti accorgi che solo se hai bevuto ti senti disinvolto?
di: Personal Dreamer