Revenant: più che un film un'esperienza di vita
“Iñarritu voleva che il film diventasse per noi una vera e propria esperienza di vita. C'è tantissimo istinto e poca preparazione da un punto di vista recitativo”. Così ha detto Leonardo Di Caprio parlando di The Revenant – Redivivo, la pellicola che gli ha finalmente permesso di conquistare l'Oscar come miglior attore. Di Caprio ha ragione: al di là della trama, con i dialoghi ridotti al minimo e il dramma del protagonista affidato alla mimica e agli elementi della natura che lo circondano, The Revenant permette allo spettatore di immedesimarsi profondamente nella vicenda.
La storia – ispirata ad eventi realmente accaduti – è nota: all'inizio del XIX secolo, in un'America selvaggia e inospitale, il cercatore di pelli Hugh Glass viene assalito da un orso durante una battuta di caccia. Convinti che non possa sopravvivere, i suoi compagni lo abbandonano. Eppure, contrariamente a tutti i pronostici, Glass si salva e riuscirà ad elaborare un piano di vendetta nei confronti di chi lo ha tradito.
Per tutto il film lo spettatore rimane con il fiato sospeso, in bilico fra l'empatia per le sofferenze del protagonista e la meraviglia suscitata dallo spettacolo della natura, raccontata come in un documentario in tutta la sua potenza, bellezza e crudeltà. Pur descritti con estrema verosimiglianza, però, gli elementi naturali sono anche simboli del dramma umano che Hugh Glass patisce: gli alberi, altissimi – ancor di più perché ripresi dal basso – sembrano rappresentare il collegamento fra la vita umana e quella ultraterrena, regno della moglie e del figlio di Glass, entrambi uccisi brutalmente; il soffio vitale del vento, che taglia eppure infonde nuove energie; il grizzly, infaticabile combattente, di cui il protagonista eredita la forza.
Girato per davvero in esterna, in mezzo ai ghiacci, con gli attori e le maestranze costrette a soffrire temperature polari e a recitare tra mille difficoltà, The Revenant riesce nel suo intento: quello di coniugare la brutalità con la poesia, mettendo lo spettatore a contatto con esperienze ancestrali dell'esistenza umana, spesso soffocate dalla vita tecnologica e iper-confortevole dei nostri tempi.
di: Personal Dreamer