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Se sei vuoto d'affetto, ti riempi di cibo

Se sei vuoto d'affetto, ti riempi di cibo

Un senso di inquietudine, una voglia irrefrenabile spesso preceduta da una sorta di agitazione che non sappiamo ben definire. Poi un giretto per casa senza senso. Ed ecco: si apre il frigo e in un attimo si svuota. Pane e maionese? Merendine sottratte ai figli dalla dispensa? Non ha importanza. La mano scorre velocemente tra il ripiano del frigorifero, la scatola di biscotti e la bocca voracemente aperta in attesa. Il posto prescelto per l'abbuffata può variare: chi privilegia il divano davanti alla televisione, chi mangia in piedi non distante dal refrigerato elettrodomestico preferito.

Spesso da soli, di nascosto anche da se stessi, a qualunque ora del giorno o della notte viene l'impulso di imbottirsi di cibo, come a colmare un vuoto profondo, un'insofferenza che percepiamo ma non capiamo.
Cosa si smuove dentro di noi? Qual è la molla che ci spinge ad ingoiare come anatre all'ingrasso anche se la fame non si fa sentire?

Non si tratta di uno stomaco vuoto da riempire questo è certo. Spesso è una carenza di affetto che si cerca di colmare con un eccesso di cibo. Con un po' più di attenzione alle emozioni che viviamo mentre mangiamo, è possibile rallentare e diminuire questa irrefrenabile voglia di qualcosa. Ritrovare nuovi rapporti affettivi in grado di placare la fame d'amore, rinnovarsi con gli altri e con il mondo, potrebbe consentirci di tornare a vedere il cibo non come un riempitivo e una compensazione, ma al contrario come un vero piacere della tavola.

Il tuo bisogno di cibo (e di affetto) è spesso incontenibile?

di: Personal Dreamer

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