Una serata a tema con i tuoi amici, con i vestiti delle tribù metropolitane
Se passeggiando nelle strade della tua città hai incrociato lo sguardo torvo e apparentemente pieno di pensieri profondi di un ragazzo con una frangia a coprirgli un occhio, ma non si tratta di Capitan Harlock. Se ti sei sentito catapultato nel Bronx a causa di un gran paio di pantaloni molto "-oni" dall'incredibile cavallo basso, da un cappello rigido portato in-quel-modo-là e da una camminata ammortizzata in modo eccessivo. Se ti sei imbattuto in quella foto imbarazzante di tuo padre vestito con una cintura la cui fibbia è visibile a due isolati di stanza.
Allora vuol dire che hai bisogno di una guida che ti faccia scoprire una serie di soggetti metropolitani e la loro cultura. Personal Dreamer ti farà da Cicerone nel mondo delle tribù metropolitane. Non solo un modo per scoprire, con più di un sorriso sulle labbra, alcuni dei "mondi" delle nostre città, ma anche un suggerimento per una bella serata insieme ai tuoi amici di sempre.
In che modo? Organizzando proprio una serata a tema dedicata a una delle tribù che ti presentiamo in questo articolo. Pensa come sarebbe divertente cercare i vestiti, i look, le pettinature e i trucchi e poi "travestirsi" in caratteri diversi da quelli che siamo abitualmente. Vedere l'effetto che fa su ognuno di voi, e riunirvi per passare la serata assieme, magari con l'accompagnamento della adeguata colonna sonora, vi farà ridere per alcune ore. Pariamo, allora e conosciamo un po' di stili, per essere preparati per la serata a tema-tribù metropolitane.
10. Il rockabilly
Taglio di capelli "pompadour", quello che aveva Elvis, per capirci, con sopra almeno un flacone di brillantina. E poi pantaloni (jeans) ultrastretti, polo con il bavero rialzato, t-shirt e giacconi da motociclisti. Quell'aria da duri ma col cuore d'oro, da sani ragazzoni di provincia, e una passione sfrenata per tutto ciò che fa anni '50, dal rock'n'roll alle Cadillac: questo l'identikit del rockabilly, ora visibile soprattutto in feste a tema in cui può mostrare al mondo tutta la sua maestria nel ballo.
9. Il gabber
In auge soprattutto nella seconda metà degli anni '90, e legato a una particolare musica da discoteca molto distorta e veloce che, in Italia, veniva pompata in storiche discoteche come il Number One di Rovato e il Mazum di Aulla, lo stile gabber si distingueva per un uso spropositato di tute da ginnastica colorate (con le marche ben in vista), cappellini tirati su e ai piedi un paio di sneakers o, preferibilmente, le terribili e immarcescibili Buffalo.
8. Il punkabbestia
Li riconoscerai perché avranno vicino un cane (cui spesso dedicano più cure e attenzioni che a loro stessi), saranno accasciati all'angolo della via chiedendoti se hai della moneta, magari insultandoti se gliela neghi anche mostrando loro il tuo portafogli vuoto. Degenerazione dell'etica e dell'estetica anarcoide del punk, spesso il punkabbestia vive come un auto-recluso della società.
7. Il fricchettone
Se siete arrabbiati vi offrirà come rimedio un corso di meditazione trascendentale o una fuga in India o sull'Himalaya. Come passatempo preferito ama creare collanine di fimo. Veste magliette o camicie in tessuti come la canapa, dai toni sgargianti e spesso colorati a mano, i jeans a zampa di elefante e delle espadrillas. Più in generale, è uno che se la prende moooolto comoda e che vi parlerà sempre di pace e amore, ispirato da mentori quali l'ultimo John Lennon oppure Alanis Morrissette dopo il viaggio in India.
6. Il paninaro
Gli anni '80 più sfavillanti e vuoti, quelli che conoscono tutti, immortalati dal Drive-in e dai primi film dei fratelli Vanzina, ma anche da un brano dei Pet Shop Boys (anche se loro consideravano, un po' impropriamente, "Wild Boys" dei Duran Duran come loro inno). Ormai entrato nell'immaginario collettivo, il paninaro lo riconosci per i jeans in stile "ho-l'-acqua-in-casa", la cintura El Charro, il Moncler e i capelli cotonatissimi. Una delle ultime cose per cui è famosa Milano, tra l'altro. Negli anni si è evoluto nelle più disparate tipologie di fighetto.
5. L'emo
Popolare soprattutto tra i giovanissimi, questa cultura, in Italia, è legata a un look caratterizzato da frange asimmetriche, capelli colorati, un aspetto efebico e dallo sguardo un po' assente, con l'occhio bistrato per aver tentato di assomigliare a Robert Smith dei Cure (che, decisamente, emo non è) e vestiti di colore nero o rosso. Accomunati da un senso di perenne incomprensione da parte del mondo, amano la musica di gruppi come My Chemical Romance e Tokyo Hotel.
4. Il dark
Anch'esso reduce dagli anni '80, dal lato però meno scintillante e più "artistico", il darkettone, al terzo posto della nostra classifica, è devoto di musicisti come Cure, Smiths, Joy Division e Nick Cave, e si riconosce per un sobrio stile tendente al nero (pantaloni, maglietta e anfibi) accompagnato da impalcature discutibili al posto dei capelli.
3. Il grunge
Legato a doppio filo con quello che fu forse IL fenomeno musicale degli anni '90, il rock targato Seattle di Nirvana, Pearl Jam, Soundgarden e altri, questo stile, in realtà ordinario e in effetti inesistente (jeans strappati -non ad arte-, camicioni di flanella e capelli lunghi, il tutto arruffato e disordinato come da persona appena alzata dal letto) fu subito depredato dagli stilisti, che lo resero un look tanto commerciale quanto buffo: l'inelegante che diventa moda.
2. Il rapper
Convinto di vivere in una baracca del Bronx anche se in realtà abita in un comodo appartamento di Cologno Monzese o di Trastevere, il rapper vive di conseguenza: indossa sneakers senza lacci come se arrivasse dal braccio della morte, pantaloni oversize, chincaglieria tamarrissima al collo e sciorina rime partecipando a contest di metrica sperando di diventare il nuovo Eminem.
1. L'hipster
Che dire di lui, dell'hipster: più che per il look, lo noti soprattutto per il viso: per lui baffi, semplici o arricciati, occhialoni neri in stile retro, capigliatura asimmetrica, magari sormontata da un cappello di paglia a tesa corta, mentre, per lei, jeans stretti a vita alta o leggins e occhiali (che ce ne sia bisogno o meno), e poi quell'inevitabile aria da "se c'è una novità trendy in città io lo so per primo, o più probabilmente l'ho introdotta io". Ma senza averne l'aria.
BONUS TRACK: Il rasta
Amante del sole e del caldo della Giamaica, ma soprattutto di due prodotti tipici locali, la reggae music e una particolare erba molto in voga da quelle parti, il rasta lo riconosci per i capelli (i caratteristici dreadlocks) e un atteggiamento decisamente rilassato di fronte alle problematiche e alle dinamiche della vita quotidiana.
Questa era la nostra carrellata sui tipi metropolitani più famosi. A questo punto sei pronto a partecipare a qualsiasi serata a tema senza paura di non essere all'altezza. E se ti sei fatto una risata a passarli in rassegna insieme a noi, continua a seguirci, qui ma anche su Facebook e Twitter, per essere costantemente al passo (più di un hipster!) con tutte le nostre selezioni.
di: Personal Dreamer