Viviamo le relazioni sempre di più con il cervello... ma il cuore dov'è sparito?

Il nostro cervello, la società, dice che se non abbiamo una relazione non siamo completi, non siamo "normali". È poi consigliabile che il nostro partner abbia amici, vestiti, hobby e lavoro "giusti". Poco importa se dobbiamo far tacere la nostra personale poesia d'amore, quella che spesso non riusciamo più a sentire.
Così come non si è "normali" se non si hanno figli. Ma quanti sono i casi di coppie che hanno figli perché così è scritto e che, appena nati, diventano poi un peso o sono amati in modo malsano, solo per assecondare dentro di sé una regola che è stata imposta?
Così come una donna è lodata e ammirata se a due giorni dal parto torna, in forma smagliante, al suo lavoro di manager rampante. Ma il suo istinto di essere una dolce ed emozionata mamma dove è stato relegato?
Così come non siamo forti se, durante la malattia e alla morte di un nostro caro, non continuiamo, occhi asciutti e piglio deciso, la vita di sempre, proteggendoci con un cinico "la vita continua". Ma perché dobbiamo in qualche modo far tacere la comprensione, anche disperata, del significato di una morte e della vita che l'ha preceduta?
Forti, disciplinati, programmati, dai destini previsti e a volte prevedibili: come tanti automi della "società del cervello". Ma non sarebbe forse ora di tornare a sentir pulsare il cuore di una vita vera?
Hai bisogno di dimenticare le formule matematiche della società e di ritrovare passione e poesia nella tua vita?
di: Personal Dreamer