politica

Le istituzioni regolano la vita pubblica e sensibilizzano i comportamenti virtuosi dei cittadini, quali ad esempio non bere alla guida e non fumare nei locali. Le attuali campagne sono basate soprattutto sulla paura delle conseguenze, ma potrebbe essere più incisivo inviare messaggi sulle vere cause dei comportamenti...

Come le persone, anche intere istituzioni si possono ammalare... di burocrazia, di leggi inutili, di demotivazione. Quale cura? Rendere le regole più snelle, eliminare norme inservibili, ma soprattutto rimotivare chi ci lavora. Prestare attenzione a come le persone vivono nel proprio posto di lavoro, infatti, è un modo per rendere le istituzioni pubbliche al servizio dei cittadini e non utili a servire solo se stesse. Oltre alla somministrazione di "farmaci normativi", che potrebbero curare i sintomi di un'istituzione in sofferenza, è molto importante affiancare un approccio "omeopatico", durevole nel tempo.

Quando in un paese la sovranità viene esercitata a diversi livelli da cittadini furbi, viziati e viziosi, con scarso senso dell'etica, alla costante ricerca dell'escamotage, la democrazia rischia di trasformarsi in un "regime peggiocratico". Un sistema di governo in cui il merito di un politico non è fare buone leggi e tutelare i propri concittadini, ma è essere fidato e conforme alle idee del leader del momento, indipendentemente da capacità e competenze. Un sistema in cui l'antimeritocrazia è un virus diffuso che tende a riprodursi, contagiare e alimentarsi costantemente con il solo scopo di sopravvivere...

La maggior parte dei politici viene criticata con una frequenza altissima e, considerato quello che è accaduto negli ultimi decenni, un cittadino è sicuramente giustificato. Collettivamente, questa professione viene sempre più percepita come un disonore, piuttosto che come un motivo d'orgoglio. Ma i politici non sono forse un campione rappresentativo della società italiana, in cui sono ancora molto diffusi localismi, personalismi, caste e furberie?

Dalla politica, alle aziende, alle persone, è sempre più raro (e difficile) potersi permettere di progettare il domani. Spesso ci si focalizza sulla contingenza dell'oggi, non considerando che il mero agire tattico e non strategico avrà inevitabili ripercussioni sul futuro. Da pianificazioni pluriennali, infatti, si passa frequentemente ad azioni di sopravvivenza a breve o brevissimo termine. Cresce la complessità, aumenta la confusione, latitano le vere guide, che forse andrebbero cercate meglio dentro di noi...